Visite al Complesso di San Lorenzo Maggiore: la maestosa Sala Sisto V

Visite al Complesso di San Lorenzo Maggiore: la maestosa Sala Sisto V
26 gennaio 2024

Attraversando il Complesso di San Lorenzo Maggiore, in fondo al chiostro, nell’angolo a destra,ci si imbatte in un chiostrino risalente all’epoca sveva, tramite il quale si accede allamaestosa Sala Sisto V.

Lunga 43,60 mt e larga 9,80 mt la sala era inizialmente adibita a refettorio dei frati, poi, quandoil Complesso Francescano fu sottratto all’Ordine religioso, divenne la mensa delle guardiemunicipali che risiedevano nella struttura. Successivamente, fu utilizzata anche come magazzino per il Teatro San Carlo.

Nel 1442 la Sala ospitò anche il Parlamento napoletano e, in quanto luogo di vita politica, hafatto da sfondo a tantissimi importanti avvenimenti per la città e il regno. Fu proprio qui infattiche Alfonso D’Aragona riconobbe suo figlio Ferrante come suo successore.

Fortunatamente oggi, la Sala Sisto V, è prettamente luogo di visita e cultura, caratterizzata da volte interamente affrescate con splendidi dipinti realizzati da Luigi Rodriguez nel 1600. Il pittore li creò sotto il regno di Filippo III, per incarico del suo viceré Ferdinando Ruiz di Castroed Andrada. 

Tali opere hanno permesso alla Sala Sisto V di essere nota anche come Sala delle sette virtù,poiché la volta è divisi in sette scomparti al cui centro è raffigurata a grandezza naturale proprio una delle virtù reali, fra: Provvidenza, Clemenza, Dignità Regia, Magnanimità, Gravità, Affabilità e Magnificenza. Queste, sono poi circondate da altre quattro Virtù Minori, una sorta di allegoria per esplicitare l’ideale secondo cui era meritevole di governare il regno solo chi avesse fatto proprieanche queste caratteristiche secondarie.

Più in basso, invece, si possono ammirare gli affreschi raffiguranti alcune zone di Napoli e diquello che fu il suo regno. Inizialmente tali immagini erano molte di più ma col passare degli anni molte purtroppo sono andate perdute e oggi ne sono rimaste intatte solamente sei. 

 

Attraversando il Complesso di San Lorenzo Maggiore, in fondo al chiostro, nell’angolo a destra,ci si imbatte in un chiostrino risalente all’epoca sveva, tramite il quale si accede allamaestosa Sala Sisto V.

Lunga 43,60 mt e larga 9,80 mt la sala era inizialmente adibita a refettorio dei frati, poi, quandoil Complesso Francescano fu sottratto all’Ordine religioso, divenne la mensa delle guardiemunicipali che risiedevano nella struttura. Successivamente, fu utilizzata anche come magazzinoper il Teatro San Carlo.

Nel 1442 la Sala ospitò anche il Parlamento napoletano e, in quanto luogo di vita politica, hafatto da sfondo a tantissimi importanti avvenimenti per la città e il regno. Fu proprio qui infattiche Alfonso D’Aragona riconobbe suo figlio Ferrante come suo successore.

Fortunatamente oggi, la Sala Sisto V, è prettamente luogo di visita e cultura, caratterizzata davolte interamente affrescate con splendidi dipinti realizzati da Luigi Rodriguez nel 1600. Ilpittore li creò sotto il regno di Filippo III, per incarico del suo viceré Ferdinando Ruiz di Castroed Andrada. 

04/07/24, 14:55 Home - La Neapolis Sotterrata - Napoli - Percorso Non Claustrofobico https://www.laneapolissotterrata.it/it/home/?format=pdf&post-type=post&order-date=asc&order-menu=asc&statuses%5B0%5D=publish&dates%5Bafter%… 572/614 

 

 

Tali opere hanno permesso alla Sala Sisto V di essere nota anche come Sala delle sette virtù,poiché la volta è divisi in sette scomparti al cui centro è raffigurata a grandezza naturale propriouna delle virtù reali, fra: Provvidenza, Clemenza, Dignità Regia, Magnanimità, Gravità, Affabilità eMagnificenza. Queste, sono poi circondate da altre quattro Virtù Minori, una sorta di allegoria peresplicitare l’ideale secondo cui era meritevole di governare il regno solo chi avesse fatto proprieanche queste caratteristiche secondarie.

Più in basso, invece, si possono ammirare gli affreschi raffiguranti alcune zone di Napoli e diquello che fu il suo regno. Inizialmente tali immagini erano molte di più ma col passare deglianni molte purtroppo sono andate perdute e oggi ne sono rimaste intatte solamente sei.