L'incontro tra Boccaccio e Fiammetta: amore, ispirazione e mito a San Lorenzo Maggiore

L'incontro tra Boccaccio e Fiammetta: amore, ispirazione e mito a San Lorenzo Maggiore
20 giugno 2025

Nel cuore della Napoli angioina del XIV secolo, una città cosmopolita e vivace, Giovanni Boccaccio visse un’esperienza che avrebbe segnato per sempre la sua opera letteraria: l’incontro con Fiammetta, il personaggio femminile che incarna l’amore ideale, la passione e il tormento in molte delle sue opere.

Napoli al tempo di Boccaccio. Tra il 1327 e il 1330, un giovane Giovanni Boccaccio fu inviato a Napoli dal padre, mercante fiorentino, per studiare economia e diritto presso la corte di Roberto d'Angiò, uno dei sovrani più illuminati del tempo. La Napoli di quegli anni era una capitale culturale: crocevia di artisti, poeti, filosofi, mercanti, e religiosi provenienti da tutta Europa. Qui, Boccaccio si avvicina agli ambienti umanistici, frequenta le scuole della curia papale, legge i classici latini e si appassiona alle lettere. Ma soprattutto, vive un’esperienza amorosa che lo segnerà profondamente: l’apparizione di Fiammetta, una giovane donna che secondo la tradizione incontrò per la prima volta nella Basilica di San Lorenzo Maggiore, in occasione di una messa.

Chi era Fiammetta? Il nome Fiammetta è in realtà uno pseudonimo letterario. Dietro questa figura si celerebbe, secondo le fonti più accreditate, Maria d’Aquino, figlia illegittima del re Roberto d’Angiò. Donna colta, bella e di alta estrazione sociale, Maria era una figura affascinante che colpì profondamente l’immaginazione del giovane Boccaccio.

L’incontro, avvenuto nel 1331 o nel 1332, fu descritto dallo stesso autore come un vero e proprio colpo di fulmine, avvolto da un’aura di sacralità e mistero, poiché avvenuto proprio durante una funzione religiosa. San Lorenzo Maggiore, con la sua architettura gotica e il suo silenzio carico di spiritualità, fa da sfondo ideale a questa scena che mescola il sacro e il profano, il reale e l’immaginario.

Fiammetta diventa la musa di numerose opere boccacciane, spesso idealizzata ma anche resa umana, contraddittoria, dolce e crudele. Compare nel Filocolo, nel Filostrato, poema in ottava rima che narra le vicende di Troilo e Criseide, altro travestimento letterario del rapporto con Fiammetta, e soprattutto nella Elegia di Madonna Fiammetta, un monologo struggente e modernissimo in cui è lei a raccontare, in prima persona, il dolore dell’abbandono.
 

Realtà o finzione?

Gli studiosi si dividono da secoli sul ruolo reale di Fiammetta nella vita di Boccaccio. Alcuni sostengono che si tratti solo di una costruzione letteraria, un simbolo dell’amore cortese o dell’ideale dantesco di donna-angelo. Altri, sulla base di riferimenti storici e genealogie, credono che Maria d’Aquino sia davvero esistita e che abbia avuto un rapporto personale con l’autore.

In ogni caso, San Lorenzo Maggiore rimane il luogo simbolico di quell’incontro fatidico, un punto d'origine non solo di una passione umana, ma anche di una rivoluzione letteraria.

L’incontro tra Boccaccio e Fiammetta nella Basilica di San Lorenzo Maggiore è un perfetto esempio di come la storia, la letteratura e il mito possano intrecciarsi. Visitare questo luogo oggi significa non solo ammirare un capolavoro dell’architettura medievale, ma anche camminare sulle orme della nascita di una delle voci più moderne e intense della nostra letteratura.

 

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