La tradizione del presepe napoletano
La Natività è una rappresentazione che i fedeli tradizionalmente portano avanti fin dai tempi più antichi: l’immagine perfetta della Madre, la Vergine Maria, che stringe il suo bambino, è un’immagine che si desidera contemplare. Sono molto antiche le origini del presepe. Siamo nel III Secolo quando nelle catacombe di Priscilla a Roma è possibile ammirare l’immagine iconografica di Maria con suo Figlio tra le braccia mentre il Profeta indica la stella, un momento in cui Antico e Nuovo Testamento si incontrano. Successivamente, l’ iconografia fu ridotta all’essenziale: Gesù, Maria, Giuseppe, insieme al bue e l’asinello, gli angeli, i pastori, i Magi.
Il presepe Napoletano nasce con San Gaetano, e la sua visione, che ebbe a Roma nella notte di Natale: celebrava la sua prima messa nella basilica di Santa Maria Maggiore, di fronte alla sacra Cuna, quando gli apparve la Vergine Maria, che guardandolo allungò le sue braccia verso di lui per porgergli il suo bambino. Una volta giunto a Napoli, questo evento lo portò a diffondere il presepe nelle chiese e nelle case. Il primo presepe da lui allestito fu nel 1533 presso l'oratorio di Santa Maria della Stalletta, nel 1533, e fu lui a voler gremire il presepe di personaggi che rappresentano umanità e umiltà, a voler realizzare paesaggi di cartapesta e cartone, pieni di persone, proprio come le strade della città di Napoli.
Uno dei personaggi tradizionali e tra i più importanti del presepe napoletano è Benino.
Il pastorello, addormentato, si trova distante dalla capanna, in un luogo appartato, ma guardando il presepe appare per primo, come all’inizio del percorso presepiale, quasi per ricreare una distanza spazio-temporale con la Nascita. Benino viene svegliato di soprassalto dal padre, e interrompe un bellissimo sogno che vorrebbe proseguire, perché ancora non sa che quel sogno è realtà ed è proprio lì, nel presepe, a pochi passi da lui.